INDONESIA [ep2] JAVA - Il vulcano di Ijen ed i blue fires

Alba dal Vulcano Ijen 2800 m slm.


Partiamo dal Bromo verso le 09:00 ci aspettano 10 ore di viaggio prima la discesa e poi la salita verso il Ijen ormai lo chiamiamo per nome mentra saliamo facciamo qualche sosta e ci rendiamo conto che siamo in un posto unico.

Area vulcanica di Ijen (ampia oltre 120 kmq).

Arriviamo al rifugio montano molto spartano ma carino, c'è molta gente e sono quasi tutti viaggiatori: l'atmosfera è di quelle propio belle.

Ci svegliamo alle 01:00 e la sveglia fa male... ma questa volta il posto è carino un rifugio di montagna in legno tenuto bene c'è anche un piscina ma ieri sera faceva freddo per il bagno. Mangiamo qualcosa e partiamo con il minivan per raggiungere l'inizio del sentiero per salire sul uno dei più bei vulcano al mondo Ijen fino al suo cratere sommitale a 2800 m slm.
Si ci aspetta una scalata di 1500 m attraverso un sentiero che sale... sale... sale...
Lassù ci aspetta il Kawah Ijen ovvero il cratere dove ora c'è un lago sulfureo molto grande che produce zolfo e vapori di zolfo.

Imbracciamo le torce, zainetto e la nostra guida Sugghiotto fa una breve riunione per spiegarci cosa fare e cosa non fare soprattutto quando arriviamo al cratere.
Non fa freddo. Partiamo tutti contenti e saliamo. Al buio non puoi apprezzare il luogo, non vedi nulla e cosi dopo un po sentiamo solo la fatica. Si sale senza remore ma e l'altitudine si fa sentire e si respira a fatica.
Dalaila è calma in fondo lei cammina tantissimo e si sente sicura ovvero "nel suo" tanto non vede nulla attorno e non può sentire il pericolo.
Arrivati in cima, dopo 4 ore ed era ancora totalmente buio, notiamo qualcosa di strano; prima di tutto l'odore di uovo marcio e poi alcune lucette in lontananza di colore azzurro che appaiono e scompaiono come dei fantasmi.
Scorgiamo turisti che salgono lungo un sentiero strettissimo e pericolo e poi notiamo altre persone ma non sono turisti sono indonesiani e stanno trasportando sulle spalle "significative quantità di zolfo". Scopriamo poco dopo che portano qualcosa come 100 kg a testa di zolfo... e loro ne pesano al massimo 60!
Questa cosa rende tutto surreale... il fascio di luce che produce la torcia diventa sempre meno chiaro e si nota chiaramente che c'è qualcosa nell'aria oltre al pungente odore di uovo marcio.
Cosi ci rendiamo conto che siamo sulla bocca del cratere del lago e che dobbiamo riscenderlo per arrivare alla superficie del lago dove ci sono le cascate di zolfo e queste fiamme blu le famose "blue fire". Il gas zolfo prende fuoco e produce queste fiamme di colore blu intenso, se non ricordo male se il colore della fiamma è blu vuol dire che la temperatura di questi fuochi è molto più alta di quella che siamo abituati a vedere di colore rosso.
Ci offrono delle maschere antigas ma io non le prendo perché non erano monouso. Per la cenere nell'aria mettiamo davanti alla bocca un fazzoletto a mo di balaclava.
La discesa è qualcosa di indimenticabile: buio pesto, tracciato infimo e scivoloso, accanto al tracciato lo strapiombo.
E' difficile da spiegare perche era notte... tutto era surreale non ci credevo. Mentre scendevamo da nulla si sentivano voci "the miner!... the miner!"... spunta un uomo a torso nudo, scalzo e sulle spalle 100 kg di zolfo... continuo a dire che era tutto surreale. Non capivo come quell'uomo di 60 kg trasportasse di notte, scalzo,  tutto quel peso sulle spalle salendo come uno stambecco, senza fermarsi, dove noi avevamo problemi solo a tenere l'equilibrio.




Dalaila non diceva nulla e ciò voleva dire che era talmente sbigottita che non c'erano problemi.

Arriviamo fino a giù e adesso capiamo da dove arrivava tutto quel gas e quella cenere nell'aria. Zolfo ovunque a temperatura altissima, sbuffate di fumo ovunque... gli inferi!
Dalaila si preoccupa perchè può perdermi di vista ed effettivamente sarebeb stato possibile e non era una bella cosa cosi decide di seguirmi ovunque appiccicata come un'ombra anche se camminavo sulla lava di zolfo!
Adesso vediamo le i blue fire arrivano... fiammate blu che si alzano nel cielo... magnificenza!
Cominciamo a risalire e arrivati di nuovo in cima finalmente realizziamo che siamo a 2800 metri... notiamo che qualcuno ha acceso un fuoco per riscaldarsi, noi non abbiamo freddo, la verità è che quando sali non hai mai freddo. Bastano 5 minuti fermi e si alza un vento freddo che ti taglia le orecchie. Dalaila guadagna subito una posizione accanto al fuoco e ci mettiamo addosso tutto quel poco che abbiamo (il freddo ci ha colti di sorpresa).
Sorge il sole. Quest'alba non la dimenticherò facilmente. Quella sul Bromo è stata spettacolare ma questa è un'altra meraviglia.

Kawak Ijen il cratere con il lago di zolfo.

Ci rimettiamo in marcia e finalmente ritroviamo Sugghiotto. Scendendo con le luci del mattino c'è un paesaggio fantastico e notiamo che sugli alberi in lontananza ci sono le scimmie e non si tratta di quelle che puoi vedere allo zoo...!

Dalaila sulla cima del Vulcano Ijen.

Dopo 8 ore di cammino siamo al punto di partenza... ora non ci spetta che tornare al rifugio e poi proseguire per l'isola di Bali.
Il dubbio resta. Come fanno questi uomini a trasportare tutto quel peso, abbiamo notato che le loro spalle sono "modellate" dal bastone che appoggiano ed hanno un pesante callo che gli percorre tutte le spalle.

Minatore trasportatore di zolfo.

Arriveremo a Bali tramite la nave Ketapang-Gilimanuk la traversa è di circa un'ora poi altre 4 ore per arrivare a Denpasar.
Anticipo che arriveremo a Denpasar con molte difficoltà... ma questa è un'altra storia.

Ciao!!!!


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